Antonio Rizzo, un famoso architetto ai suoi tempi, stava cercando di non lasciarsi prendere dal panico mentre raccoglieva le sue cose per fuggire velocemente dalla città. Era stato colto in flagrante a rubare 12 mila ducati dalle casse dello Stato ed era consapevole che la punizione sarebbe stata tremenda se fosse rimasto un giorno in più; lo stato veneziano non perdonava simili crimini. Così si rifugiò nella città di Foligno, vicino a Perugia, dove riuscì a sfuggire alla giustizia. All’epoca, Rizzo stava lavorando alla nuova Scala dei Giganti che si trova nel cortile, un progetto che sorprendentemente porta ancora il suo nome, sebbene sia stato portato a termine da un altro architetto. Il progetto della scalinata nasce dopo un terribile incendio del 1483, il quale aveva distrutto gran parte dell’edificio, causando danni irreparabili sia al cortile sia al primo piano. Tuttavia, il Doge Francesco Foscari, tanto ambizioso quanto ricco, colse l’occasione per costruire qualcosa di migliore e più grande, un’imponente ed elegante scalinata che avrebbe collegato il cortile al primo piano del palazzo. Sebbene questa sia ora conosciuta come la Scala dei Giganti, Nettuno e Marte fecero la loro apparizione in cima solo nel 1567. Il potere di Venezia sul mare e sulla terra era indiscusso. Salendo la scalinata, il leone alato di San Marco sembrava dominare gli dei greci e gli uomini pagani.