Eccoci arrivati in campo santi Apostoli, con l’omonima chiesa al centro.
Rivolgendovi al piccolo rio, noterete che sopra al piccolo rio e al ponte si trova una bellissimo palazzo gotico; questa era l’abitazione del Doge Marino Falier; una sera del 1355 venne organizzata una cena proprio qui, alla quale partecipò un giovane che, ubriacatosi, cominciò ad importunare una cameriera, al ché Falier lo cacciò di casa. Il giovane riuscì tuttavia a lasciare un biglietto con scritto “la bella moglie del doge, altri la gode, ma lui la mantiene”, insultando non solo la moglie ma l’onore del doge stesso. Il giovane, che anni dopo sarebbe diventato doge anch’egli, venne multato, frustato e incarcerato; Falier però non si accontentò e cercò di intervenire nel Consiglio Giudiziario affinché fosse condannato a morte, ma il suo insistere non portò a nulla; frustrato dal vedersi così circoscritto, decise di sferrare un colpo di stato, che fu però sventato ed egli venne immediatamente decapitato in pubblico. È importante notare che la figura del doge era largamente simbolica, e che in passato Venezia era un luogo dove non vi era spazio per l’orgoglio personale, dove le aspirazioni tiranniche erano irrealizzabili e dove il potere era, per quanto possibile, della città, mai di una singola persona.