E’ strano pensare che al posto della fondamenta larga e spaziosa dove oggi attraccano i battelli, vi fossero un tempo palazzi di estrema bellezza, abbattuti per far spazio alla stazione ferroviaria costruita a metà dell’ ‘800. Il primo ponte degli Scalzi era in ferro e fu costruito dall’imprenditore inglese Alfred Neville, ma ben presto cominciò ad arrugginirsi e dare segni di cedimento. Nel 1932 venne allora ricostruito dall’ingegnere Pietro Miozzi in pietra d’Istria, conferendo una leggerezza tale che il poeta veneziano Diego Valeri lo paragonò ad “un esile sopracciglio”.